domenica 23 marzo 2008

Trainspotting


E' incredibile come a volte la vita sappia sorprenderti, con piccoli flash che improvvisamente schiariscono immagini fino a quel momento sfocate. Mi viene in mente il lampeggiare convulso dei finestrini accesi di una Metropolitana. Quel "trainspotting" di cui si parlava in un certo film. Ad un certo punto, un finestrino illumina una persona che hai accanto, una di cui ti eri fatto una certa idea. Precisa, a modo tuo. Invece, passa il treno e - SPOT - la guardi e, per la prima volta, la vedi.

sabato 15 marzo 2008

GRAZIE, AMO'....











(...senza parole...)

sabato 1 marzo 2008

AI POSTER L'ARDUA SENTENZA

PERCHE' SANREMO (NON) E' (PIU') SANREMO


Ogni anno Sanremo rappresenta il contenitore a tenuta stagna delle tendenze musicali degli ultimi cinquant'anni. Sempre uguali, per non scuotere troppo le aspettative dell'italiano medio. Solo che l'annuale repertorio sanremese ha sempre nascosto gelosamente alcune perle. L'anno scorso, per esempio, mi ero presa una cotta per la canzone proposta da Nada. Qualche anno prima mi sorprese il jazzeggiare di Sergio Cammariere. E anche "Mentre tutto scorre" dei Negramaro mi sembrò un alito di arietta frizzante.
Quest'anno, il nulla.
Anche gli artisti da cui mi aspettavo qualcosa di vagamente sopportabile, vedi Tricarico, Mario Venuti ed Eugenio Bennato, non hanno proposto niente di sorprendente.
Non c'è una-canzone-che-mi-piace-di-più.
Forse ce n'è qualcuna-che-mi-disgusta-di-meno.
Boh, Gazzé, forse. Tra i gggiovani, Giua. E questo la dice tutta.
Nella mia sfera di cristallo vedo i nuovi Jalisse (per chi non cogliesse la colta citazione, mi riferisco alla coppia Ponce-Di Tonno) agitare quell'orrida statuetta col leone sotto la palma.
Sul podio, con loro, intravedo i Finley (forse per il sistema del televoto, l'ultima mania tra i gggiovani dopo i pantaloni a vita bassa e il casco di Hello Kitty) e la Tatangelo.
Un capitolo a parte meriterebbe la giuria di qualità.
Non so se stasera replicheranno la stessa composizione di ieri, credo di no. Ma ci sarà senz'altro un elemento che avrà a che fare anche solo di striscio col mondo della musica e tutti gli altri che di musica trattano solo sotto la doccia o facendosi la barba/la ceretta.
E allora perché chiamarla "giuria di qualità"? Chiamatela, chessò, riunione di condominio, ritiro spirituale, gruppo d'ascolto diversamente abile (nel senso che nella vita saranno bravi, ma a fare altro). Ma NON giuria di qualità! Ché se penso che ieri c'erano Vaporidis e Moccia mi viene il nervoso. Cos'è, una ricerca sulle dinamiche sociali o una gara di canzoni?
Intanto, l'Audience langue. Ieri sera, testa a testa di ascolti tra il Festivàl e I Cesaroni.
Oh, I Cesaroni, mica la finale di Champions League.
Quest'anno scade il contratto tra la RAI e il Comune di Sanremo.
Tecnicamente significa che dall'anno prossimo potrebbe pure capitare che il Festival di Sanremo sia trasmesso su Canale 5.
E nella mia sfera di cristallo già mi vedo la De Filippi, fiancheggiata dalle Veline, annunciare con la sua voce aggraziata: "Dirige il maestro Demo Morselli, canta Antonino!".
In giuria: Melita Toniolo, Fedro del Grande Fratello, Costantino e Platinette.
Presidente di Giuria, Maurizio Costanzo.
E il Dopofestival? Beh, avete presente Lucignolo?
Rabbrividiamo.