domenica 28 dicembre 2008

HO SMESSO DI CHIAMARTI (Novembre, 1997)











Sentivo forte il freddo
del tuo posto ancora caldo,
nel mio letto dove il sole
sorgeva nel tuo sguardo.
E la mia ansia di vivere
lascia il posto al mio dolore
sordo come te
quando ti chiamavo
e tu
non mi sentivi.
E ancora non mi senti.

Allora non capisco cosa voglia dire
uscire da una storia
e non sapere dove andare.
Ho smesso di chiamarti perché sto male.
Ho perso me,
ho perso te
e sono stanca di lottare.
E di fuggire,
soffrire,
sognare,
ma senza dolore,
di riuscire
a dormire
anche senza di te.

sabato 20 dicembre 2008

RAGIONE E PENTIMENTO


Se c'è qualcosa che mi riesce bene è lasciare le cose a metà.
Se dovessi scrivere l'elenco delle cose che ho cominciato e che ho mollato in tronco, non mi basterebbe un Rotolone Regina.
Di questa cosa mi accorgo tutte le volte che incontro persone che hanno fatto delle proprie aspirazioni una professione o almeno un'attività in cui sono poi diventati bravissimi.
Fumettisti, scrittori, musicisti.... Conosco un sacco di gente che ha creduto nel proprio talento e che, anche se non ha "sfondato", almeno oggi si gode la soddisfazione di essere migliorato tecnicamente.
Io no.
Campionessa mondiale di defezione.
E' che appena mi si presenta l'occasione di mostrare le mie "creature" al pubblico, mi prende il panico.
Ansia da prestazione, forse potrei definirla così.
Con il risultato che il mio tasso di frustrazione cresce di anno in anno a livelli esponenziali e le mie prospettive per la vecchiaia mi pongono di fronte un quadro con una vecchietta sdentata e cadente che racconta ai propri nipotini di quanto le sarebbe piaciuto diventare una rockstar, con la stessa malinconia del reduce di guerra che narra di quando ha lasciato il proprio compagno morente sul campo di battaglia fuggendo coraggioso come un coniglio.

sabato 22 novembre 2008

COVER THE TOP


Le mie scelte musicali in genere premiano l'originalità. Un riff interessante, un testo che intriga, una voce calda e suadente. Oppure una reinterpretazione che piace più dell'originale. Succede raramente che io mi innamori di una cover. Ma è da parecchi mesi che appena nella playlist del mio lettore mp3 viene il turno di "Teardrop" cantata da Newton Faulkner, un brivido mi percorre la schiena.

sabato 8 novembre 2008

YES, WE CAN.


La vittoria di Obama alle presidenziali USA ha infuso nelle coscienze di molti la sensazione che tutto sia possibile, che se gli USA possono cambiare allora tutto il mondo può cambiare (Citare Rocky Balboa? Yes, I can.). Ad ogni modo, ben venga l'ottimismo se serve ad avere più fiducia nel futuro, soprattutto in un momento in cui se pensi di avere un futuro ti va già alla grande. E in Italia? A casa nostra, il Governo si impegna per il ritorno al maestro unico nelle scuole elementari (che già ai miei tempi era inadeguato alla rincorsa del progresso), si muore per mano di frange inneggianti neanche ai Repubblichini di Salò, che già sarebbe preoccupante, ma addirittura alle svastiche nazionalsocialiste, e, per risanare le casse del Paese, si effettuano tagli ai già esigui fondi per la Ricerca (Yes, they can.). L'ultimo leader politico nostrano che ha usato lo slogan di Obama durante la propria candidatura alle elezioni, si lecca ancora le ferite. All'ombra di uno che di Obama apprezza in primo luogo l'abbronzatura. Ecco perché se penso alla frase "Yes, we can", l'unica cosa che mi viene in mente è Jim Wilder in Frankenstein Jr.

domenica 26 ottobre 2008

DALLA MIA FINESTRA, Novembre 1997


Sette nuvole distinte,
boschi di alberi grigi.
Mille sono gli occhi
che non si incontrano mai.
Vorrei saltare nel buio davanti a me,
volare via nel vento che non c'è,
seguire il volo alto dei gabbiani,
danzare nel bianco delle loro ali.

Ma, sbadigliando, torno a questo mondo
e son sicura che morirò cantando.
Ruberò la schiuma delle onde
e delle mie finestre ne farò tende.

Continuo a passeggiare con lo sguardo,
chiedendo scusa per il mio ritardo
a tutti quelli che hanno già capito
per quale reato sono stato condannato.

sabato 18 ottobre 2008

NO ANTI-DOPING


E' assodato, sono una Facebook addicted. Una di quelle che dichiarava "non mi avrete mai" davanti al dilagare di amici che, con gli occhi a palla e una smorfia di finta compassione, dicevano "Ma come, non sei su Facebook?!". E ora non c'è passeggiata in Rete che non abbia in Facebook una sorta di tappa obbligata. Stoicamente, ho resistito per mesi. Finché una collega m'ha lanciato l'amo e io, inesorabilmente, ho abboccato. Ma sono contenta. Ho ritrovato un sacco di gente che non vedevo/sentivo da tempo e di cui, forse, senza Facebook non avrei avuto più notizie. Questo post non vuole essere un marchettone pro-Facebook, ma una specie di sorriso che rivolgo a tutti quelli che hanno il loro profilo su Facebook e un posto speciale nel mio cuore.

sabato 27 settembre 2008

BUONO COME IL CANE


Diego è nato all'incirca il 31 luglio di quest'anno. All'incirca, perché fin da quando Quosimo ha visto Diego dentro una gabbia poco più voluminosa del suo corpicino, di lui abbiamo avuto poche informazioni e decisamente false. L'unico dato certo è che Diego è un pastore tedesco senza pedigree ma con personalità e carattere. Orgoglioso e coraggioso, Diego ha paura solo di scendere le scale. Tutto il resto è alla sua portata. E' testardo, impara solo ciò che gli va di imparare. Fargli capire che la pipì si fa sui giornali stesi a terra è un'ardua impresa quotidiana fino ad oggi inutile. Rosicchia tutto, in particolare mani e caviglie. Corde, palline e altre amenità canine non lo soddisfano se non per qualche minuto, giusto fino a quando non scopre che indossi un paio di ciabatte. Dentini da latte, taglienti come quelli di uno squalo. Poi, d'un tratto, quando ha esaurito la sua carica distruttiva, si siede di fronte e ti guarda piegando la testolina, con un orecchio teso e l'altro giù. E pensi che potresti spalare i suoi "bisogni" tutta la vita pur di averlo tra i piedi il più a lungo possibile.