domenica 6 aprile 2008

CAMPIONI ANIMATI


Ho trascorso tre quarti della mia infanzia davanti la TV. Come me, un'intera generazione di ragazzini ha scelto il proprio eroe tra orde di personaggi dei cartoni animati.
Quelli che seguivo da bambina si possono raggruppare in tre macrocategorie: i robot/cyborg in continua lotta contro la minaccia degli alieni, gli orfani più o meno disperati e i campioni dello sport.
Consapevole che robot si nasce e non si diventa, e scartata a priori l'emulazione dell'orfano, non restava che calarsi nello spirito atletico.
Chi non ha mai sognato di volteggiare sopra la rete come Mila e Shiro, battere un Tornado Smash come Jenny e parare un rigore come Benji?
Beh, io no.
Colpa della mia scarsa predisposizione per lo sport. Farei sport solo se me lo ordinasse il medico.
Ma anch'io avevo il mio campione, anzi, la mia campionessa. Quando in TV c'era lei, il pane con la Nutella diventava ancora più buono.
L'ho vista sguainare la spada, così bella e fiera.
L'ho vista soffrire per un amore non ricambiato e per uno che ha fatto appena in tempo a ricambiare.
L'ho vista morire sul selciato davanti alla Bastiglia, dopo aver ordinato con un filo di voce ai suoi uomini di continuare a sparare.
E' normale poi che le catene ai polsi di Mimì mi sembrino Oba Oba brasiliani.

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